La blockchain, semplificando, è un registro distribuito che permette la conservazione di dati (come le transazioni tra utenti) e lo scambio di informazioni in sicurezza. Tutte le transazioni sono infatti criptate e devono essere validate dalla maggioranza dei computer (dove è presente una copia digitale del registro) che compongono la rete. E’ inoltre veloce, perché le stesse sono verificate in pochi minuti. Tutti gli scambi sono archiviati all’interno di blocchi  collegati l’uno all’altro (chain, catena) e inseriti nella catena, che viene quindi modificata.

La blockchain non ha bisogno di un’autorità esterna per il controllo, perché ogni tentativo di manomissione provocherebbe un disallineamento (fork) di tutti i suoi blocchi.

La blockchain è un sistema venuto alla ribalta soprattutto grazie ai Bitcoin, il cui progetto è creare una valuta digitale spendibile nella rete che permetta transazioni più veloci e non controllate da governi centrali. Oggi il Bitcoin è la criptovaluta più utilizzata e scambiata negli exchange, una sorta di borsa azionaria per criptovalute.

Documenti e transazioni di vario genere sono ormai digitalizzati e occupano gran parte degli archivi dei server e dei pc di organizzazioni facilmente preda di virus informatici; in altri casi vengono conservati nei cloud gestiti da società sicure, ma da noi poco controllabili. In poche parole deleghiamo la conservazione e l’inviolabilità delle nostre informazioni – anche sensibili – ad enti terzi e ai loro dipendenti, senza avere però certezze che  i nostri dati siano al sicuro e non vengano gestiti per scopi da noi non autorizzati.

La tecnologia blockchain, invece, permette al singolo utente di secretare i propri dati attraverso una chiave privata e di condividerli attraverso una chiave pubblica.

Innanzitutto delle indicazioni per la lettura di questo articolo:

  1. Non sto consigliando di investire in criptovalute ma descrivo un sistema che è in evoluzione e che potrebbe diventare uno standard nel prossimo futuro. E’ quindi importante essere consapevoli delle sue potenzialità;
  2. La criptovaluta non è – o non è ancora – una valuta intesa come mezzo per ottenere beni e servizi: molti esercenti nel mondo la accettano come forma di pagamento, ma è ancora talmente instabile che non sempre risulta conveniente, né chi acquista né per chi vende;
  3. Per ottenere le criptovalute e/o fare trading (acquisto e vendita attraverso specifici mercati)  bisogna avere una conoscenza approfondita della gestione (acquisizione, conservazione e creazione), del funzionamento della tecnologia alla base del sistema (blockchain), degli exchange (i mercati secondari dove possono essere conservati e scambiati) e dei wallet (portafogli virtuali e personali gestiti attraverso il pc, apposite app per smartphone e chiavette usb dedicate). Bisogna inoltre studiare il progetto che è alla base dell’emissione delle criptovalute (ico) e conoscere i fondamenti dell’analisi tecnica.