Facebook raggiunge il miliardo e 400 milioni di utenti e punta dritto alla saturazione del mercato (quanti ancora non lo conoscono?).
Come sostiene La Repubblica in un articolo di Federico Rampini il primo obiettivo di espansione è raggiunto; ora la strada è l’aumento dei profitti.
Con l’acquisizione di WhatsApp la prima iniziativa sembra volgere verso l’aumento del fatturato pubblicitario generato da smartphone, dove il leader indiscusso è Google. Inoltre, potrebbe aggiungere al servizio di instant messaging più conosciuto e utilizzato al mondo, anche la possibilità di chiamate vocali andando a colpire le grandi compagnie telefoniche mondiali (con un costo di connessione molto più basso, il progetto potrebbe non essere di difficile attuazione).
In questa guerra di posizione tra i due giganti del web poco possono fare i piccoli governi locali e le altre aziende colpite dalla loro intraprendenza: sicuramente non risolve alzare scudi protezionistici ma è determinante avviare una vera rivoluzione digitale dove lo stato, soprattutto quello italiano, velocizza tutti gli iter burocratici per le aziende impegnate nel web che cercano di cavalcare l’onda e innovano e dove, raggiunta una certa dimensione, non trovano altra strada che vendere ai due player internazionali.
Per le aziende tradizionali invece è giunta l’ora di farsi trovare preparati alla seconda globalizzazione, dove le realtà locali, con l’aiuto di Facebook e Google, possono assorbire gran parte del mercato dei prodotti e servizi di qualità, e aumentare la visibilità e i clienti, puntando sul made in Italy, sull’assistenza a 360 gradi, e sulla focalizzazione della propria unicità.
Altro fattore importante e sinergico è rinforzare i distretti produttivi e fare e organizzare progetti collaborativi a tutti i livelli.
Recentemente un ristoratore mi ha parlato quante difficoltà si incontrano per realizzare collaborazioni, ad esempio nel settore del turismo a Roma: paura di essere inglobati dal fornitore più grande, vecchi rancori e gelosie, oltre alla poca lungimiranza delle istituzioni riducono le possibilità di far fronte alla domanda sempre crescente del turismo mondiale; così facendo si riducono le possibilità di sfruttare al massimo il patrimonio artistico, archeologico e paesaggistico del nostro paese.
Strategia, buon senso e fiuto per gli affari permettono di generare, anche nelle situazioni confuse delle ottime opportunità di business: come vi state organizzando? Cosa vi manca per dare vita al progetto di espansione?