In attesa che il #Web3 si manifesti con le sue potenzialità, sempre più aziende accedono al Metaverso, progettano e realizzano nft, accettano criptovalute, e investono sulle blockchain. La sensazione è che si muovono in ordine sparso senza una progettualità; si investe nelle nuove tecnologie solo per essere al centro dell’hype del momento con minime strategie a lungo periodo. Forse la mancanza di una visione chiara dei governi che potrebbero intervenire con nuove regolamentazioni non permette di strutturare altre forme di promozione.

In ordine di tempo  Alfa Romeo, brand parte del gruppo Stellantis e bandiera italiana nell’automotive investe sugli NFT. Il progetto punta a realizzare certificati digitali dei dati delle manutenzioni periodiche effettuati presso i centri autorizzati dai loro autoveicoli: l’obiettivo è aumentare il valore residuale per i possessori del bene che possono dimostrare all’acquirente la cura e lo stato di salute della propria macchina e incentivare le autofficine collegate con il gruppo.

Intanto McDonald presenta brevetti per tutelare marchi e immagini anche nel metaverso. L’obiettivo è di aprire un negozio virtuale con la possibilità di acquisto dei prodotti da consumare nel salotto di casa: si sentiva proprio la mancanza del food mancava nella corsa al metaverso!

Dopo aver visitato il fast food e ordinato la cena presto potremo presto entrare in una banca d’affari – ad esempio JPMorgan su Decentraland – per informarci sui nostri investimenti, oppure in un negozio di elettrodomestici – Samsung sempre su Decentrland – e al Comune per ritirare un certificato, presentare documenti e forse in un futuro non molto lontano formare una famiglia.

Mentre gli NFT vengono utilizzati per rendere immutabili e non manomissibili anche i certificati di proprietà e nascono agenzie immobiliari virtuali per vendere case reali, gli exchange di criptovalute, interessate a raggiungere chi ancora non conosce o teme le criptovalute, inondano di spot le manifestazioni sportive: dopo le sponsorizzazioni delle squadre degli sport più seguiti al mondo e l’acquisto dei diritti di denominazione per le prossime decadi dei palazzetti dove si disputano le partite, il SuperBowl è stato al centro di una disputa commerciale a suon di milioni di dollari.