I grandi brand stanno seguendo l’evoluzione della cultura decentralizzata nata attorno alla blockchain. Le aziende che hanno fatto da apripista si sono lanciate nei mondi virtuali dei giochi online più famosi; altre hanno scelto di seguire l’hype degli NFT per promuovere il proprio brand.

NFT: gli albori

Gli NFT nella prima fase erano soprattutto oggetti digitali che potevano essere scambiati tra gli utenti trasformandosi successivamente in una rappresentazione del legame con il brand. Le aziende hanno cominciato a prendere coscienza che l’indirizzo del cliente a cui trasferiscono la proprietà del NFT  è immutabile,  riconoscibile nel tempo, e che possono essere verificate le transazioni dei beni trasferiti perché tutto viene registrato sulla blockchain: questo può voler dire che l’azienda può verificare l’uso che viene fatto (se ad esempio viene associato a quell’NFT un buono sconto, oppure l’accesso ad un evento online) e l’appeal con i propri utenti (dal tempo di conservazione nel loro portafoglio).

Limiti all’uso dell’NFT

Il minus di questo nuovo approccio ai fan  è che l’acquisto, la conservazione e l’uso dell’NFT è limitato a chi conosce gli strumenti per interagire con le blockchain (wallet e criptovalute) e quindi riduce di molto il raggio d’azione di queste iniziative soprattutto per i brand con un target utente molto ampio; questa problematica può essere risolta rendendo utilizzabile l’NFT sulle app aziendali e gestendolo per conto del cliente in un indirizzo comune e associandolo all’id dell’account (un po’ come fanno gli exchange centralizzati con le criptovalute dei propri clienti).

L’altro limite per l’adozione che vedo è che sembrano in alcuni casi utilizzati per far cassa e con costi per singolo oggetto molto alti (che potrebbe avere un senso per il brand di lusso, 🎵 ma un senso non ce l’ha 🎵 almeno per me). L’NFT per avere successo deve diventare un bene prezioso per chi lo possiede, non solo attraverso il concetto di scarsità (vantaggioso per chi vuole rivenderlo ma questo non è l’obiettivo principale del brand) ma deve avere un’utilità (nei mondi virtuali e/o fisici) che duri nel tempo.

Aumentare l’utilità dell’NFT per i consumatori

Per creare una comunità attiva e molto coinvolta dal brand bisogna associare a questa sorta di Passaporto digitale ulteriori funzionalità: sicuramente sconti e promozioni e l’invito ad eventi ma potrebbe rappresentare il pass per l’accesso a backstage dei nuovi video promozionali, oppure a spazi virtuali dove incontrarsi con il designer o con il testimonial o con gli altri fan.

Il detentore dell’NFT potrebbe partecipare alle scelte, all’interno di una DAO creata per favorire le associazioni benefiche, per definire la destinazione dei fondi o in un progetto per la creazione di un nuovo prodotto.

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